In questo episodio di Incontri Sostenibili parliamo con Marco Finocchiaro, operatore di biorisonanza ambientale, una disciplina che si colloca tra fisica quantistica e bioarchitettura. L’obiettivo? Progettare e abitare luoghi più sani, ascoltando le frequenze naturali e artificiali che attraversano lo spazio in cui viviamo e lavoriamo. Perché – come ci dice Marco – “la Terra parla: dobbiamo solo imparare ad ascoltarla”.

Elettro D: Marco, partiamo da una domanda semplice: cos’è la biorisonanza ambientale?
Marco Finocchiaro: La biorisonanza ambientale è una disciplina che misura e interpreta le frequenze presenti in uno spazio, sia quelle naturali che quelle artificiali. Nasce dall’incontro tra fisica quantistica e tossicologia ambientale. L’obiettivo è identificare le fonti di disturbo invisibili che possono interferire con il benessere delle persone: dalle falde acquifere sotterranee agli inquinanti chimici, fino all’elettrosmog generato dai dispositivi elettronici.
Elettro D: Ci fai qualche esempio concreto di questi disturbi “invisibili”?
Marco Finocchiaro: Certo. Le geopatie, ad esempio, sono campi generati da elementi naturali come faglie, vene d’acqua o la presenza di gas radon nel sottosuolo. Poi ci sono i materiali da costruzione, come colle o vernici, che spesso rilasciano sostanze tossiche e interferenti endocrini: anche questi lasciano un’impronta frequenziale misurabile. E infine l’elettrosmog: reti Wi-Fi, Bluetooth, impianti elettrici, 5G. Sono tutti elementi che, se non gestiti, possono contribuire a una minore qualità dell’aria vibrazionale, con effetti su concentrazione e vitalità.
Elettro D: La biorisonanza è applicabile anche al mondo delle costruzioni?
Marco Finocchiaro: Assolutamente sì. Un esempio concreto è il progetto seguito per Enosi, una realtà attiva in bioedilizia. Durante l’analisi del sito di un nuovo cantiere, ho rilevato una vena d’acqua sotterranea. Abbiamo ruotato leggermente il progetto delle tre villette previste, allontanandole dall’area disturbata. Inoltre, la struttura in acciaio è stata orientata in modo da non amplificare l’eco nocivo del sottosuolo. Il risultato? Un ambiente più salubre, già prima di posare la prima pietra.
Elettro D: Anche la nostra azienda ha deciso di seguire questa strada per la nuova sede. Come si è svolto il tuo intervento?
Marco Finocchiaro: Nel capannone in costruzione di ElettroD abbiamo adottato lo stesso approccio. Prima una mappatura geopatica dell’area, poi la scelta di materiali naturali e bio-compatibili come calce, canapa e tinte minerali. A lavori ultimati, interverremo anche per armonizzare l’elettrosmog generato internamente da postazioni ICT e macchinari. È un investimento sostenibile e lungimirante: ambienti di lavoro più sani significano maggiore concentrazione, meno assenze, più cura dei dettagli. Aspetti fondamentali per un’azienda benefit.
Elettro D: Cosa consigli a chi vuole costruire o ristrutturare in modo davvero sostenibile?
Marco Finocchiaro: Tre cose semplici:
- Porta la biorisonanza in cantiere il prima possibile. Valutare le frequenze prima di costruire aiuta a prevenire criticità.
- Scegli materiali bio-compatibili: calce e canapa sono ottime soluzioni naturali, traspiranti e stabili.
- Non demonizzare la tecnologia: Wi-Fi e 5G non sono nemici, basta saperli posizionare e schermare dove serve.
Gli ambienti in cui viviamo, lavoriamo, dormiamo o costruiamo i nostri progetti ci influenzano anche quando non ce ne accorgiamo. La biorisonanza ambientale ci aiuta a ritrovare equilibrio tra tecnologia e natura, e a progettare in sintonia con ciò che ci circonda. Il futuro della sostenibilità passa anche da qui.